Venture capital per il finanziamento delle start up innovative

Venture capital per il finanziamento delle start up innovative
← Torna a News - Pubblicato il 08/03/2023
ANTEPRIMA NOTIZIA
Nel corso del 2022 il venture capital in Italia ha visto una notevole crescita negli investimenti effettuati, a differenza di quanto accaduto a livello europeo e globale. Inoltre, si è registrata una partecipazione sempre più rilevante di investitori internazionali e istituzionali. Si sta verificando un cambiamento nella valutazione delle startup, poiché la valutazione degli unicorni, ovvero le società valutate dagli investitori a almeno un miliardo di dollari, non viene più considerata l’unico parametro per certificare il successo di un’impresa innovativa, ma viene data maggiore importanza al fatturato. Infine, è opportuno valutare i tempi, i costi e i benefici del venture capital.

 

NOTIZIA
Il venture capital in Italia e nel mondo sta evolvendo rapidamente e nel 2022 l’Italia ha registrato un aumento significativo degli investimenti in startup innovative. Si prevede che il mercato continuerà a maturare e consolidarsi nel 2023, con una maggior dimensione dei round e un aumento delle operazioni late stage. Il venture capital italiano attrae sempre più investimenti stranieri, fornendo ulteriore liquidità per sostenere la crescita delle startup. Nel 2022, il venture capital italiano ha registrato una crescita sostenuta rispetto al 2021, diversamente dalla contrazione che ha interessato altri mercati del venture capital sviluppati. Il settore sta diventando sempre più allettante per gli investitori, grazie alla maggiore disponibilità di capitali e alla comprensione del potenziale di rendimento delle startup innovative. Il cambiamento nella valutazione delle startup vede il fatturato diventare sempre più importante rispetto alla valutazione in miliardi di dollari degli unicorni, reso urgente dalla crisi economica globale causata da guerra, inflazione e nuove politiche monetarie delle banche centrali.

COME SI UTILIZZA IN ITALIA?
Il venture capital rappresenta un’opportunità per fornire finanziamenti a imprese con alto rischio di credito. Nel 2022, in Italia, il numero di round seed ha aumentato del 42%, rappresentando il 50% delle operazioni dell’anno. Ciò suggerisce che ci potrebbe essere un aumento dei round late stage in futuro. Inoltre, gli investitori possono offrire competenze tecniche e contatti nella business community finanziaria per aiutare le imprese in cui investono. Secondo Techcrunch, i nuovi investimenti potrebbero concentrarsi su società che fatturano almeno 100 milioni di euro all’anno, piuttosto che solo sugli unicorni basati sulle valutazioni dei venture capitalist.

QUALI SONO I VANTAGGI?
L’investimento in venture capital in Italia è aumentato negli ultimi anni, ma rimane inferiore rispetto ad altri paesi europei come Germania, Francia e Spagna. Per ridurre il divario, è necessario unire le forze di tutti gli stakeholder per sviluppare progetti che aumentino la competitività dell’Italia. L’utilizzo del venture capital può portare numerosi vantaggi, come reperimento di capitali, accreditamento sui mercati finanziari, rafforzamento del potere negoziale e apporto di competenze specialistiche.

QUALI SONO I TEMPI E COSTI?
L’operazione di venture capital richiede diversi mesi e passa attraverso attività come l’analisi preliminare della documentazione, la due diligence, la negoziazione dei termini di investimento e di disinvestimento, la predisposizione della contrattualistica e la finalizzazione dell’operazione. La partecipazione al capitale dell’azienda si sviluppa in un arco temporale di solito tra 4 e 7 anni, ma questo può essere ridotto o esteso in base alle dinamiche del mercato. Ci sono costi associati alle attività di valutazione dell’impresa, alla negoziazione e alla finalizzazione dell’operazione e ai costi legali per la stesura dei patti parasociali con gli investitori. Potrebbero anche esserci costi amministrativi legati all’adeguamento dello Statuto, se necessario.

CHI SONO GLI INVESTITORI?
Si parla della differenza tra operatori di venture capital e Business Angels, evidenziando che questi ultimi sono investitori privati che stanziano risorse proprie e intervengono direttamente nella gestione dell’azienda. Tuttavia, il focus principale del testo è sull’attuale scenario per le startup italiane nella digital economy europea. Si nota come le startup italiane possano avere un’occasione per mettere in mostra l’unico valore su cui possono puntare: il mercato conquistato finora dalle proprie start up, anche se piccolo, ma solido. Inoltre, vengono presentati i settori con il maggior numero di investimenti e quelli che hanno raccolto di più nel 2022. Infine, si suggerisce che le startup italiane potrebbero diventare un buon affare per gli investitori, anche se non hanno avuto enormi round di investimento da grossi venture capitalist, ma si sono posizionate bene come fatturato sul proprio settore di riferimento.

QUALE E’ IL RUOLO DEGLI INVESTITORI PROFESSIONALI?
L’investitore non fornisce solo capitale di rischio ma anche supporto strategico, organizzativo e di networking. Negli Stati Uniti, l’idea che la valutazione di una startup sia solo legata all’investimento di venture capital sta tramontando. Questo può rappresentare un’opportunità per l’Italia, dove le startup possono mostrare il loro valore attraverso il mercato conquistato finora. Inoltre, il fatto che le valutazioni delle startup italiane siano inferiori rispetto alle concorrenti europee potrebbe attirare investitori e avviare un ciclo positivo per il paese.

COME AVVIENE IL DISINVESTIMENTO?
Si tratta dei diversi modi in cui un investitore può disinvestire dalla partecipazione in una startup, ma sottolinea che la molteplicità di variabili coinvolte rende difficile prevedere con certezza quale strada verrà scelta. Tuttavia, la crisi economica può influenzare la scelta del canale di disinvestimento e i multipli delle società possono subire una significativa riduzione. In Italia, dove il mercato degli investimenti in capitale di rischio non è stato sviluppato come negli Stati Uniti, il problema della riduzione dei multipli delle startup potrebbe essere meno grave.

QUALE E’ IL RUOLO DELLO STATO?
Il venture capital finanzia le start-up, ma si chiede chi finanzia il venture capital stesso. In Europa, Italia, Israele e nel mondo, i capitali provengono principalmente da grandi investitori istituzionali come fondi di fondi, fondi pensione, compagnie assicurative, banche, family office e grandi corporations. Lo Stato interviene anche attraverso il Fondo venture capital per promuovere gli investimenti in PMI in fase di costituzione e ad alto potenziale di sviluppo. Tuttavia, l’Italia investe solo 35 euro pro-capite in innovazione tecnologica, a differenza della Spagna che investe 70 euro e altri paesi europei che investono di più. Il Mimit interverrà attraverso il finanziamento “convertendo”, uno strumento di “quasi equity” che viene convertito in equity dell’impresa target al ricorrere, prima del termine delle attività di liquidazione del Fondo.

LE START UP STANNO CAMBIANDO
Il mercato degli investimenti richiede ora alle start-up di avere un fatturato, e questo rende l’Italia particolarmente attrattiva per gli investitori esteri che cercano opportunità a prezzi buoni e valutazioni in linea con il mercato attuale. Il termine “unicorno” è stato creato dieci anni fa per le società valutate almeno un miliardo di dollari, e ora ce ne sono mille. Tuttavia, molte di queste valutazioni sono esagerate e potrebbero essere parte di una bolla che potrebbe causare problemi quando ci saranno cicli recessivi.

CONCLUSIONE
L’Italia ha visto la crescita più consistente di investimenti in start up e aziende innovative in Europa, con un differenziale del 80% rispetto all’anno precedente, mentre altri Paesi hanno registrato tassi di crescita più bassi o addirittura negativi. Ciò indica che l’Italia potrebbe avere un ruolo sempre più centrale nel mondo delle startup europee nei prossimi anni, offrendo molte opportunità per gli investitori di sostenere le startup innovative e contribuire alla crescita del Paese. Si prevede che nel 2023 l’investimento in start up e scale up in Italia continuerà a crescere significativamente.

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