Una delle soluzioni immediate per aiutare le imprese del settore edilizio che si trovano in una situazione finanziaria difficile sarebbe quella di permettere loro di compensare i crediti che hanno accumulato a seguito delle cessioni di bonus edilizi con gli F24 del sistema bancario. Questi crediti sono attualmente bloccati nei cassetti fiscali delle imprese. Si afferma che questa soluzione è stata discussa in un incontro tra il governo e le associazioni del settore edilizio e bancario il 20 febbraio 2023. Vi sono altre soluzioni che sono state individuate, ma al momento non sono stati forniti ulteriori dettagli su quali siano queste soluzioni.
NOTIZIA
Dopo il blocco alle cessioni dei crediti relativi ai bonus edilizi e agli sconti in fattura, introdotto con il decreto-legge n. 11/2023 a partire dal 17 febbraio 2023, il governo e le associazioni di categoria maggiormente interessate alla problematica hanno iniziato un dialogo. In un incontro svoltosi il 20 febbraio 2023, si è discusso della situazione critica del mercato edilizio e bancario. Il testo spiega che il problema era già emerso prima dell’entrata in vigore del decreto e che la situazione è peggiorata rapidamente dopo il varo del decreto-legge che ha posto fine alla possibilità di cedere i crediti. Questo ha portato le associazioni ad avere un immediato incontro con il governo per cercare di trovare una soluzione al problema. Il testo conclude affermando che si tratta solo di dichiarazioni d’intenti e che ci vorranno provvedimenti di legge concreti per risolvere il problema, ma si accenna alle possibili soluzioni partendo dalle norme attualmente in vigore.
BLOCCO DELLE CESSIONI E SCONTO IN FATTURA
A partire dal 17 febbraio 2023, il decreto legge n. 11/2023 ha stabilito che non è più consentito esercitare le opzioni per ottenere il contributo in forma di sconto sul corrispettivo dovuto o per cedere il credito d’imposta per tutti i bonus edilizi, non solo per il Superbonus, ma anche per la ristrutturazione, il risparmio energetico, il sismabonus, eccetera. Tuttavia, il blocco non si applica ai lavori avviati prima della suddetta data e per i quali si possiedono alcuni documenti richiesti dalla norma, ad esempio la presentazione della CILA e l’approvazione della delibera condominiale per il Superbonus o la richiesta del titolo abilitativo per gli altri lavori.
E I CREDITI INCAGLIATI?
Le norme che hanno bloccato le cessioni dei bonus edilizi sono arrivate inaspettatamente su un mercato già in difficoltà da molte settimane. In effetti, le disposizioni anti-frode degli ultimi mesi hanno portato ad un rallentamento delle cessioni da parte dei cessionari, che temono di essere coinvolti in operazioni illecite. Inoltre, l’enorme quantità di lavori edilizi avviati in tutta Italia ha saturato la capacità di acquisto dei crediti da parte del sistema bancario e postale, portando di fatto ad un blocco delle cessioni. Questo ha portato molti contribuenti e imprese del settore edilizio ad avere un gran numero di crediti bloccati nei cassetti fiscali, senza possibilità di cederli alle banche. Il rischio è che questa situazione possa causare fallimenti di molte imprese e gravi ripercussioni sull’occupazione nel settore edilizio, oltre a mettere in seria difficoltà molte famiglie.
ATTUALI SOLUZIONI
Il D.L. 11/2023 ha cercato di risolvere alcune delle problematiche preesistenti al suo varo, delineando il perimetro di responsabilità solidale dei cessionari dei crediti per incoraggiarli a riprendere gli acquisti. In sostanza, la responsabilità solidale non sussiste se i cessionari ottengono alcuni documenti, tra cui titoli edilizi, autocertificazioni, comunicazioni all’ASL, visti di conformità, visure catastali, fatture, delibere condominiali e altri ancora (l’elenco completo è nell’art. 1 del D.L. 11/2023). La legge esclude la responsabilità solidale tranne nel caso di dolo o colpa grave.
IN ARRIVO ALTRE SOLUZIONI
Le categorie interessate non hanno ritenuto sufficiente quanto già previsto nel decreto. Le associazioni del settore edilizio e bancario hanno chiesto un incontro urgente con il Governo dopo la pubblicazione del decreto in Gazzetta Ufficiale. Il Governo ha accettato la richiesta e si è incontrato con le associazioni il 20 febbraio 2023. Durante l’incontro, è emersa la disponibilità a introdurre correttivi alle norme che dovranno passare il vaglio del Parlamento per essere convertite in legge. Durante l’iter parlamentare, si spera nell’inserimento di alcune modifiche, tra cui quella più delicata riguarda la richiesta di rivedere la data in cui scatta lo stop alle cessioni, attualmente fissata al 16 febbraio. Tuttavia, tale richiesta è complessa in quanto incide direttamente sui saldi della finanza pubblica, che è già molto gravata dalla mole di debito accumulata per i lavori pregressi. Nel frattempo, le associazioni hanno avanzato alcune richieste urgenti, tra cui quella di concedere la possibilità al sistema bancario di compensare i crediti derivanti dai bonus edilizi con i modelli F24 presentati dai clienti per il pagamento agli sportelli bancari. Il Governo si è mostrato disponibile ad adottare questa soluzione. Si presume che a breve venga varata una disposizione che permetta alle banche di compensare i crediti con i propri modelli F24 e successivamente di estendere tale possibilità anche per i modelli F24 presentati dai clienti agli sportelli. Il Governo ha fatto sapere che ci sarà la volontà di individuare “norme transitorie al fine di fornire soluzioni nel passaggio dal regime antecedente al decreto a quello attuale, tenendo conto della situazione delle imprese di piccole dimensioni e di quelle che operano nelle zone di ricostruzione post-sisma”. È necessario attendere per vedere se ci saranno importanti novità su queste urgenti questioni.
Aumento del tetto contante a 2.000 euro per il 2022. Proroga al 30 giugno del regime semplificato autorizzativo per l’occupazione di suolo pubblico.
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